Dove si trova?
Regione sud-orientale del Paese, al confine con Brasile e Bolivia, in una zona completamente amazzonica; confina anche con la regione di Cusco, con la quale è storicamente e tradizionelmente molto legata.
Il capoluogo, Puerto Maldonado, infatti, attualmente è collegato sia per via terreste che aerea solo con la città di Cusco.
- Via terrestre: la “Carretera Interoceanica” passa a poca distanza da Cusco e unisce tutte le città del Sud con Puerto Maldonado, attraverso un servizio di bus di linea.
- Via aerea: voli di linea regolari e giornalieri con le compagnie Aerocondor, Star Perù e LAN da e per Lima (1h 30) facendo scalo a Cusco.
Puerto Maldonado può essere raggiunta anche per via fluviale dalla Riserva del Manu.
Descrizione del sito
La regione di Madre de Diós è praticamente disabitata, costituisce un’oasi naturalistica di primaria grandezza ed importanza in Perù, ed è adiacente alla regione di Cusco.
È una regione di frontiera, perchè confina con la Bolivia e il Brasile, e per quanto riguarda questo aspetto, riveste un ruolo chiave nell’espansione strategica delle relazioni internazionali peruviane e dell’intero Sud-america, perchè in questa terra è stata tracciata la famosa “Carretera Transoceanica”, importantissimo asse viario che dovrebbe unire le coste dell’Atlantico a quelle del Pacifico nell’asse Perù – Brasile, favorendo gli scambi commerciali fra i due Paesi.
È la terza regione del Paese per estensione: occupa un’area sterminata (85.182 km2), pari al 6,6% del territorio nazionale, ma ospita meno di 85.000 abitanti.
La zona fu incorporata all’impero inca da Tupac Yupanqui; gli Spagnoli vi penetrarono solo in maniera sporadica, navigando lungo i grandi corsi d’acqua della regione e tenendo come riferimento di partenza e d’arrivo il Rio delle Amazzoni. L’esplorazione più sistematica si ebbe a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento, alla ricerca di alberi di caucciù, ma la difficoltà delle comunicazioni e la lontananza dai centri più conosciuti ha privato questa zona di interesse economico e di insediamento, nonostante la presenza di giacimenti auriferi.
Fino a circa 15 anni fa nella zona era anche sviluppata l’attività legata al taglio di legname, ma ora è stata proibita, con la finalità di proteggere la foresta. Ogni altra attività umana risulta però difficoltosa, a causa dell’enorme lontananza dalla città (Cusco) della zona. A causa di questa posizione estremamente periferica, Puerto Maldonado (città giovane, fondata solo nel 1902) registra un forte ritardo nello sviluppo economico: la popolazione della città, principalmente originaria delle tribù locali, si dedica all’estrazione di minerali e allo sfruttamento delle risorse naturali in genere.
La scarsità di popolazione e la mancanza di uno sviluppo economico hanno permesso, però, la tutela e la conservazione della straordinaria biodiversità che caratterizzano queste regioni, rendendole uniche al mondo.
Il territorio della regione è attraversato da una fitta rete idrografica il cui centro è costituito dal Madre de Dios, fiume navigabile e con grande ricchezza di foreste sulle sue sponde. Tra i suoi principali affluenti si trovano il Manu, il Tahuamanu, il Tambopata, l’Inambari e l’Heath.
Questa regione, insieme alla regione di Cusco, ospita la Reserva Naturalistica e Parco Nazionale del Manu, dove si possono apprezzare meravigliosi paesaggi, misteriosi boschi e bei laghi. La sua flora e la fauna sono uniche e di incomparabile bellezza; esistono grandi quantità di esemplari di specie animali e vegetali non ancora classificate. Si tratta di un’estensione di più di un milione e mezzo di ettari che contiene una sorprendente diversità di ecosistemi di notevole interesse scientifico.
È il paradiso degli amanti della natura e dei viaggi d’avventura, sempre alla scoperta di luoghi incontaminati!
Madre de Diòs e i nativi (aborigeni)
Nelle foreste vergini delle regioni di Cusco e di Madre de Diós abitano tribù definite “selvatiche” (in spagnolo significa semplicemente “abitante della selva”, ovvero della foresta amazzonica), che hanno ricevuto scarsi contatti con la cosiddetta “civilizzazione”.
Questi sono i “Machiguengas”, gli “Huarayos”, i “Mashcos”, gli “Arasaris” (praticamente scomparsi), gli “Huachiparis”, gli “Shirenis”, gli “Iñaparis”, gli “Amaricaris”.
Nonostante l’intervento delle missioni evangeliche, queste tribù conservano gran parte delle loro tradizioni ancestrali, così come una grande quantità di miti e leggende, alcuni di questi sono a chiaro contenuto esoterico. C’è inoltre una grande diffusione della medicina tradizionale e del “curanderismo”, grazie anche alla presenza in loco di un’infinità di piante medicinali dagli effetti curativi.