Tambomachay tradizionalmente veniva conosciuto come “bagno della principessa”, e qui scendevano due acquedotti che portavano acqua pulita e fresca tutto l’anno.
È costituita da una serie di acquedotti, canali e cascate che attraversano le rocce terrazzate. La funzione del sito è incerta: forse era usato come avamposto militare che custodiva alcune cose, oppure era un centro termale riservato ai sovrani.
Dove si trova
Si trova a meno di un kilometro da Puca Pucara, a 8 km dal centro di Cusco, a quota 3.700 m s.l.m., in posizione strategica. Rientra nel circuito turistico dei dintorni di Cusco, ed il biglietto d’ingresso è compreso nel biglietto turistico.
Orari: 7.00 – 18.00, tutti i giorni
Significato del nome
“Tambo”: infrastrutture per l’alloggiamento collettivo, o deposito di alimenti; “machay” significa più o meno luogo di riposo.
Descrizione del sito
Le prime cronache riferiscono che originariamente si trattava di un posto dedicato al relax ed al ritiro spirituale esclusivo per l’inca. In realtà vi sono varie ipotesi sulla funzione di questo edificio: nel mondo incaico l’acqua era un elemento importantissimo, in quanto fertilizzava la terra e la rendeva produttiva; le tre fonti presenti avevano sicuramente valore e funzioni rituali. L’acqua viene trasportata attraverso canalizzazioni sotterranee da una sorgente sconosciuta, e sgorga sempre cristallina, uniforme ed ad una temperatura costante. Non esistono testimonianze di bagni cerimoniali, però non è da escludere che vi si tenessero delle funzioni di purificazione; da qui l’origine del nome “bagni dell’Inka”, o “bagni della principessa”.
L’edificio rimasto presenta tre corridoi e tre terrazze e si può immaginare che fosse a tre piani. I materiali di costruzione sono di ottima qualità, e anche se in alcuni casi i blocchi di pietra sono a forma di poliedri irregolari, sono molto ben incastonati tra di loro. Nel lato opposto alle fonti d’acqua si trova un altro edificio di pregevole fattura con funzione di osservatorio difensivo, in stretto collegamento visivo con ”Puca Pucara”.