Il “Manu” è la principale Riserva di Foresta Tropicale del mondo, l’unico Parco al mondo in cui vengono posti a protezione tre ecosistemi completamente diversi e perfettamente differenziati: la “puna” (una sorta di “steppa” o tundra” d’alta montagna), il “bosco umido” e la foresta tropicale vera e propria. Con un’estensione pari alla metà della Svizzera, il Manu è probabilmente la zona protetta che ospita la maggior parte di specie naturali ed animali al mondo.
Dove si trova?
Il Parco Nazionale del Manu presenta un’estensione di 1.692.137,76 ettari; si trova nella parte orientale delle Ande, con altitudini che oscillano tra 360 m slm e 4.000 m, ed è compreso nelle regioni di Cusco e di Madre de Dios, a soli 160 km dalle rovine di Machupicchu.
Per visitare il parco, si prende come punto di partenza la città di Cusco: il modo più rapido è raggiungere “Boca Manu” con un piccolo aereo, e poi spingersi all’interno della riserva per via fluviale (4 ore di navigazione). In alternativa, si può affrontare un viaggio terrestre di due giorni, attraverso le cittadine di Paucartambo, Patria, Kosñipata (o Shintuya – Tahuania) e poi proseguire per via fluviale. Questa opzione è possibile solo da maggio ad ottobre, e bisogna tenere conto che si viaggerà in condizioni costanti di umidità e temperature superiori ai 30 gradi.
Descrizione del sito
È stato istituito nel 1973, dichiarato Patrimonio Naturale dell’Umanità dall’Unesco nel 1987, ed è suddiviso in tre zone: la parte centrale, con un’estensione di 1.532.806 ettari e inacessibile (vi possono entrare solo gruppi limitati di persone, con finalità scientifiche, guidati da un antropologo e con un permesso speciale del governo, perchè al suo interno vivono tribù e comunità di persone che potrebbero venire irrimediabilmente danneggiate dal brusco contatto con altri esseri umani), la zona della riserva intermedia (257.000 ettari) dove le visite sono ammesse, ma con un rigido controllo, e la “Zona permitida” (91.000 ettari circa) dove si trovano insediamenti umani e dove si possono realizzare le attività ecoturistiche.
Come anticipato, Manu è la principale Riserva di Foresta Tropicale del mondo, dove vengono protetti tre ecosistemi ben differenziati: la “puna”: zona di alta montagna con scarsa vegetazione, costellata da laghetti andini di un blu intenso, nella quale cresce un tipo di erba giallognola molto resistente alle intemperie denominata “ichu” ed habitat ideale dei cammellidi andini, come llama, vigogne e guanaco; il “bosco umido”, un mondo avvolto nel mistero perchè la sua impenetrabile vegetazione dominata da felci giganti è sempre immersa in una profonda nebbia e popolato dal famoso “gallito de las rocas” e dall’ “orso con gli occhiali”; e le zone basse di foresta tropicale, dove si possono trovare enormi caimani neri, tapiri, bradipi, nutrie giganti, tredici specie diverse di scimmie e più di mille varietà diverse di uccelli (il 10% di tutti gli uccelli del mondo!!!). Nei fiumi Panagua e Sotilea ci sono boa, vari tipi di tartarughe, svariate specie di ragni e di roditori.
Questa riserva ha da sempre beneficiato di una protezione naturale grazie alla sua collocazione molto “fuori mano” e alla presenza di comunità indigene. Attualmente, nel Manu vivono quattro gruppi etnici distinti, due dei quali rimangono ancora totalmente isolati da qualsiasi contatto con la civiltà, e si muovono all’interno di uno spazio di 1.646.564 ettari.
Va ricordato che esistono aree sconfinate ancora completamente inesplorate, e queste potrebbero ospitare specie animali o vegetali ancora sconosciute alla scienza.
Clima
Non si può parlare di un unico clima: le zone andine hanno temperature molto rigide, le zone intermedie sono contraddistinte da una forte nuvolosità e da nebbie costanti, le zone più basse hanno una temperatura media annua di 24 gradi.
La stagione secca generalmente va da giugno ad ottobre, mentre i mesi in cui piove di più sono gennaio, febbraio e marzo.
La foresta compresa in questa regione e nell’adiacente zona di Madre de Diós presenta una caratteristica speciale: nel mese di giugno entrano masse d’aria fredda provenienti dal basso Atlantico, dando origine ad una brusca diminuizione delle temperature fino anche a 5 gradi, fenomeno conosciuto come “friaje”.
Questa situazione che si presenta periodicamente da centinaia di migliaia di anni ha influenzato notevolmente il processo evolutivo delle specie, determinando la scomparsa di alcuni rettili a sangue freddo e lo spostamento periodico di altri, oppure il loro adattamento alle mutevoli condizioni climatiche.
Flora
L’esistenza di diversi ecosistemi situati a vari livelli di altitudine permette la presenza di una grandissima varietà di fiori e piante, con una quantità compresa tra 2.000 e 5.000 specie; a titolo d’esempio, evidenziamo come solo nella zona ricoperta dai boschi umidi siano stati registrati 179 tipi di orchidee.
Fauna
La grande diversità di ecosistemi ha permesso anche lo sviluppo di una delle più grandi biodiversità del mondo anche a livello avifaunistico, che comprende invertebrati, mammiferi, rettili, anfibi ed uccelli.
Tra i mammiferi, sono state identificate 200 specie, mentre tra i volatili più di mille specie diverse, per la gioia degli ornitologi che vorranno spingersi fino in queste meravigliose zone!
C’è una zona particolare, tra “Cocha Cashu” e “Tayakome”, in cui centinaia di pappagalli definiti “Guacamayos” si riuniscono dopo un rituale tipico e si appoggiano ad una parete di una formazione rocciosa per mangiare l’argilla ricca di sali minerali necessari per combattere le sostanze tossiche contenute nei frutti dei quali si alimentano.
Inoltre, in alcuni casi l’assenza di certi predatori ha fatto in modo che in questa zona si siano conservate delle specie estinte in altri posti, anche della stessa foresta amazzonica.
Non va dimenticato, infine, che questo è l’habitat ideale per l’animale “nazionale” del Perù, ovvero il “Gallito de las Rocas”, uccellino dal piumaggio sgargiante e che si esibisce in una spettacolare danza di corteggiamento.
Consigli utili
Ribadiamo la raccomandazione di rivolgervi sempre ad agenzie specializzate ed affidabili, in questo caso è in gioco la Vostra incolumità e quella di tutto l’ecosistema. In particolare, per poter visitare in maniera consapevole e completa il parco, l’assistenza di una guida naturalistica locale è indispensabile.
Per quanto riguarda l’attrezzatura basica, anche in questo caso le agenzie sapranno indicarvi ogni dettaglio. I vestiti devono essere comodi e leggeri ma protettivi, e dovete sempre portare con voi qualcosa di impermeabile e del repellente.
Bisogna inoltre controllare di avere le vaccinazioni richieste (vengono richieste all’atterraggio a Puerto Maldonado).
Aspetti culturali
I bacini dei fiumi Alto Madre de Diós e Manu hanno da sempre ospitato diversi gruppi indigeni: Matsiguenka, Yora, Yine, Harakmbut, Mascho-Piro e Amaguancas, che appartengono a ceppi linguistici e culturali diversi. La grande maggioranza di queste è organizzata nelle cosiddette “comunità native”, altre invece vivono in isolamento volontario, rifiutando deliberatamente ogni tipo di contatto con la società moderna.
Nella zona andina si trovano, inoltre, comunità contadine di origine quechua.