Impressionante concentrato di meravigliose testimonianze delle capacità architettoniche ed ingegneristiche incaiche: torri di avvistamento, templi, quartieri urbani, terrazzamenti per le coltivazioni… il tutto adagiato, o meglio arroccato sui fianchi delle montagne.
Dove si trova?
Pisaq È la “porta d’ingresso” alla Valle Sacra, ovvero è il primo paese che si trova scendendo da Cusco, a 33 km circa dal capoluogo, molto vicino al fiume Vilcanota.
Per arrivarci e visitare i resti archeologici e il mercatino tradizionale (martedì, giovedì e domenica), potete rivolgervi ad un’agenzia: l’esperienza di un tour operator affidabile vi permetterà di gestire al meglio il vostro percorso e di ottimizzare i tempi e gli spostamenti.
Se invece volete muovervi in maniera autonoma, ci sono molti bus del trasporto pubblico collettivo che uniscono Cusco con Pisac (ogni 15 minuti circa; vedi la sezione trasporti). Scendete subito dopo il ponte, e da lì raggiungete comodamente la “Plaza de Armas”. Lì, fra i suoi alberi centenari, troverete il mercatino dell’artigianato. L’ingresso alle rovine di Pisaq è proprio alle spalle della chiesa. Si trovano nascoste nei fianchi di una serie di montagnette, quindi preparatevi ad una camminata in salita di circa un’ora. Ma ne vale assolutamente la pena, perchè avanzerete tra i terrazzamenti e tra numerosi reperti archeologici, inoltre, man mano che salite, vi si apriranno davanti agli occhi immagini da cartolina sull’intera vallata, con le sue variopinte coltivazioni.
Nel caso invece vi arriviate con un tour organizzato, percorrerete alcuni chilometri in auto (o minibus) fino all’ingresso laterale del sito, imboccando un’altrettanto affascinante vallata.
Orario: l’accesso alle rovine è consentito tutti i giorni a partire dalle 7.00 del mattino fino alle 17.30 e l’ingresso è compreso nel biglietto turistico. È possibile comprare tale biglietto complessivo all’ingresso del sito stesso. Solo l’ingresso alle rovine costa 2,5 dollari.
Significato del nome:
Pisaq è una parola quechua, ed è un nome proprio, senza traduzione equivalente in altre lingue. Alcuni invece sostengono che sia una deformazione di “p’isaqa”, uccello simile alla pernice che abbonda nella zona; si sostiene, inoltre, che la cittadina stessa avesse la forma di una pernice (o un volatile simile) accovacciata.
Descrizione del sito:
Arroccato su di una montagna, in una spettacolare posizione dominante su tutta la vallata, si trova il Parco Archeologico di Pisac, formato da veri e propri quartieri distinti e da un centro cerimoniale completo, conosciuto come Intihuatana.
Inoltre, un centro di notevole interesse è il cimitero pre-ispanico.
Chi sceglie di salire a piedi (si raccomanda vivamente questa soluzione) si imbatte inizialmente con degli ampli terrazzamenti realizzati in modo perfettamente ortogonale tra di loro, e delle torrette di avvistamento realizzate con pietre poligonali non perfettamente levigate.
Dopo circa un’ora di salita si arriva ad uno spiazzo, dove ci si imbatte in un vero e proprio quartiere, con edifici realizzati con pietre finemente squadrate e levigate, e perfettamente combacianti tra di loro. È la zona dell’ Intiwatana, e qui il percorso di chi sale a piedi si congiunge al percorso “turistico” di chi raggiunge il sito con un mezzo di trasporto. Per maggior comodità, presenteremo tutto il circuito seguendo il percorso abituale dei tour guidati.
L’ingresso avviene nella parte alta e più lontana (rispetto al paese di Pisaq) del sito, ovvero da quello che era il quartiere inca di Qanchisraquay.
In realtà, sono andati persi quasi tutti i nomi originali dei diversi settori di Pisaq; quelli attuali, sono stati attribuiti dalla tradizione, dagli storici e dagli archeologi e probabilmente in alcuni casi non rispecchiano realmente la loro natura o funzione. Per questo sito, poi, non ci sono documenti o cronache che ne parlino.
Qanchisraqay
“Qanchisraqay” (“qanchis” significa sette, e “raqay” recinto) si trova al di fuori della cittadella vera e propria, ed è costituita da varie costruzioni in pietra non levigata ed originariamente ricoperte con uno stucco di argilla, che presentano alcuni strumenti di uso quotidiano, come ad esempio dei mortai, ed un acquedotto. Probabilmente erano abitazioni destinate ai lavoratori del meraviglioso sistema di terrazzamenti sottostante.
Continuando il cammino in direzione ovest si arriva ad uno spiazzo conosciuto come “Antachaka” (“anta”= rame, “chaka”= ponte), dove si incrociano varie strade e ci sono delle fontane pubbliche e dei canali che convogliano l’acqua verso i terrazzamenti. Alzando lo sguardo verso la montagna di fronte, si può scoprire gradualmente quello che è stato il più grande cimitero pre-ispanico della regione, oggi denominato “Tankanamarka”. Secondo alcuni calcoli, forse le tombe potevano essere anche 10.000, in gran parte profanate. Gli inka credevano che dopo la morte le persone iniziassero una nuova vita e per questo motivo alle mummie dei defunti venivano collocati tutti i loro effetti personali più preziosi ed utili.
Continuando la camminata, si oltrepassa attraverso una porta trapezioidale (“Amarupunku”: porta del serpente) la muraglia parzialmente distrutta, e si arriva al quartiere di “Hanan Pisaq” (Pisaq superiore), nel quale si possono apprezzare molte costruzioni civili, depositi, torrioni, scalinate… tutti arroccati al bordo del precipizio.
Dopo una scalinata piuttosto ripida, si attraversa un tunnel che ha una lunghezza di 16 metri (è il cosiddetto “tunnel del Puma”), molto stretto ed angusto, a dimostrazione che gli inka non erano proprio dei giganti! Si arriva, quindi al settore religioso del complesso, l’”Intiwatana”, (traduzione: luogo dove veniva “catturato” il sole).
Si tratta del quartiere più importante di Pisaq, perchè corrisponde al nucleo cerimoniale o al complesso religioso della città, con le costruzioni di maggior qualità, caratterizzate da pietre perfettamente squadrate e levigate che combaciano tra di loro. Probabilmente vi erano costruiti diversi templi, con varie funzioni, come nel Qoricancha di Cusco, ma non ci sono giunte informazioni al merito.
“Tempio del Sole” di Pisaq
Nella parte centrale del complesso si trova una costruzione semicircolare con una parete laterale retta la cui porta principale dà verso sud; per deduzione ed analogia con altre costruzioni simili si è pensato che fosse il “tempio del Sole” di Pisaq. In mezzo al recinto si trova un altare ricavato direttamente nella roccia, con una protuberanza a forma di tronco di cono, che probabilmente serviva (insieme ad altri strumenti e a particolari aiuti ricavati dalle angolazioni del tempio) per l’osservazione del movimento solare. Probabilmente venivano effettuati anche dei sacrifici di animali.
Nel complesso si trovano anche molti templi di pianta rettangolare, per i quali non si conoscono le funzioni, e altari ricavati nella roccia. Rompe l’armonia una piccola costruzione, molto più rudimentale e grezza, che probabilmente aveva qualche funzione ausiliaria nelle celebrazioni.
Ad una ventina di metri dalla porta d’ingresso del complesso si trova una fonte speciale, che serviva probabilmente per dei bagni cerimoniali. Da qui si apre un meraviglioso panorama sulla valle, e si può notare la deviazione incaica del letto del fiume Urubamba, realizzata con la finalità di ottenere maggiori terre coltivabili.
Nei dintorni, si possono esplorare ancora altri quartieri, con varie abitazioni che presentano un’architettura rigorosa e perfetta, ma ora semidistrutta, depositi (“qolqa”) e alcune torri d’avvistamento.
Il mercato di Pisac
Nella piazza principale di Pisaq, all’ombra dei suoi alberi centenari, il martedi, giovedì e domenica, si può trovare un variopinto mercatino in cui ormai i souvenirs per turisti hanno soppiantato i prodotti originali e tipici.
Il giorno più interessante è sicuramente la domenica, giorni in cui i contadini scendono dalle varie vallate con i loro indumenti colorati per realizzare le loro transazioni commerciali.