Piquillacta

Questo sito risale al periodo pre-incaico; è stata infatti costruita dalla cultura Wari come una delle sue capitali, ed è stata in seguito utilizzata dagli inka come avamposto difensivo per la città di Cusco. Durante il periodo coloniale, fu trasformata in città civile.i

Dove si trova?

Si trova 30 km a sudest della città, a 3.350 m. slm; comprende 3.441 ettari all’interno del comune di Oropesa, provincia di Quispicanchis, lungo la direttrice Cusco-Puno, dalla parte opposta della strada statale rispetto a Tipon. Ci si arriva con un bus che vada ad Urcos (in direzione Puno), oppure con un mezzo privato in circa un’ora e mezza.

Orari: 7.00 – 18.00 pm
Biglietto d’ingresso: Adulti: 6,00 soles; studenti 3,00

Significato del nome

Il nome proviene da due voci quechua: “Piqui” = pulce e “llacta” = paese e quindi sin potrebbe tradurre come “villaggio con le pulci”; ma questo è un nome utilizzato solo nel periodo coloniale più recente. In epoca incaica il nome del paese era “muyuna”, che significa “girare intorno”.

Descrizione del sito

Piquillacta e i suoi dintorni non comprendono solo una molteplicità di interessanti gruppi archeologici, ma racchiudono anche in loro storia, paesaggi naturali meravigliosi, enigmi, misteri e leggenda collegati alla bella principessa “Sumak T’ika”.

Si racconta infatti che la figlia del curaca (governante locale) di Piquillacta, la bella principessa Sumak T’ika, o Qori T’ika (“fiore d’oro”, secondo un’altra versione), avesse molti pretendenti e non sapesse quale scegliere. Vedendo che nella campagna circostante scarseggiava l’acqua  e volendo aiutare i suoi concittadini, decise che si sarebbe sposata con il principe che avrebbe fatto arrivare l’acqua a Piquillacta. Accettarono la sfida tre principi: Paucar, proveniente dall’altipiano, Tuyasta dalla costa e il cusqueño Sunqo Rumi. Quest’ultimo realizzò l’impresa in sei mesi grazie alla sua profonda conoscenza del territorio e diventò suo sposo in un sontuoso matrimonio. Gli altri contendenti, abituati ad altri territori, non riuscirono a far arrivare i loro acquedotti fino a Piquillacta, non sopportarono l’onta della sconfitta e si impiccarono.

Attualmente, nella montagna di fronte al sito archeologico si possono scorgere dei solchi orizzontali paralleli, ovvero i due canali incompiuti.

Fondazione

La fondazione di questa città è avvenuta intorno all’anno mille della nostra epoca da parte della cultura Wari, e fu scelta come una delle loro capitali. Gli inca effettuarono un’opera di riconversione urbana, trasformandola in fortezza difensiva a protezione della capitale, dotando i 50 ettari centrali di una solida muraglia.

Ci sono circa 700 edifici, 200 “canchas” (=recinti), 500 “colcas” (=depositi); ciò fa pensare che nel suo apogeo ospitasse circa 10 mila abitanti.

Progettazione Architettonica

La cittadina possiede un disegno geometrico molto geometrico ed armonioso, nel quale si poteva apprezzare la suddivisione dei vari settori: amministrativo, cerimoniale, residenziale, difensivo…; in mezzo alle case si trovano le piazze, con enormi spianate e le stradine rette e strette (due metri di larghezza circa). La struttura più interessante è “Rumicolca”, un grande portale incaico di pietra andesita. Si possono osservare tre modelli diversi di case: lunghe e strette con pareti alte, quadrate con pareti basse, originariamente intonacate con fango e gesso, e altre di forma triangolare. Secondo le ricostruzioni, come malta veniva usata l’argilla e i pavimenti erano realizzati con un grosso strato di gesso. Curiosamente, salta agli occhi immediatamente la mancanza di porte e finestre!

Nel 1927 furono realizzati degli scavi tra il materiale depositatosi con il passare del tempo al “pianoterra” di queste case e furono ritrovate 40 microsculture, ora conservate al  Museo Archeologico di Cusco, e successivamente una scultura in pietra che riproduce a grandezza naturale un puma.

Nelle sue vicinanze si trova anche Huacarpay, uno dei 12 mila piccoli laghi di cui sono disseminate le Ande e in cui si possono osservare molti animali selvatici come anatre, oche, fenicotteri… e pesci come persico e trota. A poca distanza si trovano anche dei terrazzamenti agricoli  e i resti del palazzo di Urpicancha, dove si suppone possa essere nato Huascar.

Rientrando sulla strada statale, all’altezza del km 35 si trova la celebre “Cava di Rumiqollca”  (“rumi”= pietra, “collca”= deposito), da dove furono estratti i blocchi di pietra per la costruzione dei principali edifici di Cusco. Si può inoltre osservare la fabbricazione di mattoni di “adobe” (fango/argilla mescolati con paglia ed altri elementi naturali) tuttora realizzata manualmente nel vicino “mattonificio”.